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In questi otto racconti, che possono leggersi come romanzi liofilizzati (vedi il concentrato "E venne un uomo in giacchetta spiegazzata"), Debenedetti disegna tic, mali, qualità e deviazioni di un'Italia che sta cambiando. Ne "Il tempo degli angeli e degli assassini" dominano figure di intellettuali, uomini seduttori e narcisi votati a essere inabili alla vita e a comprendere le essenziali necessità di chi li ama. E l'affresco di un paese in cambiamento con gli archetipi di un'Italia millantatrice e cialtrona in cui conta farsi invitare alla festa giusta e non riuscirci porta un senso di ineluttabile fallimento (come nel primo racconto "La mondanità nel tempo delle intercettazioni telefoniche"). "Il tempo degli angeli e degli assassini" è un'era in cui le vicende dei suoi eroi sono guidate dal caso, ben diverso dal destino, dio e demone trionfante della narrativa del secolo breve, "Sotto le ali del caso" si intitola appunto un racconto che mischia crudeltà e tenerezza. Antonio Debenetti torna in libreria con un libro denso dove si avverte a ogni passo l'impazienza di chi guarda al futuro con un briciolo di comprensibile nostalgia nei confronti d'un grande passato letterario. Il testimone generazionale che ha amato la letteratura del Novecento e i suoi campioni, Moravia, Gadda, Landolfi, Parise, firma un atto di nascita e fiducia verso la letteratura che ancora non c'è,